Un ospite gradito: Alessandro Fabiano.

Marte11376_1480197795602193_7888549392652264458_ndì abbiamo conosciuto Alessandro Fabiano dell’Azienda Vinicola Fabiano che ci è venuto a trovare portando alcuni vini per la degustazione e l’abbinamento con il pesce. La presentazione aziendale ci è servita per capire meglio quali siano gli aspetti di marketing che spingono a valorizzare un vino per le diverse occasioni di consumo e i diversi target di riferimento e come si possano scegliere le diverse zone produttive per poter ampliare il proprio portafoglio di prodotto per incontrare quella domanda che viene determinata dal mercato. Diversi vini, diversi territori di produzione. Abbiamo assaggiato il Lugana Metodo Classico e il Lugana Argillaia capendo come a seconda delle loro caratteristiche intrinseche si accostavano meglio alle peculiarità dei piatti proposti (tutti a base di pesce). Illuminante è stato constatare l’effetto di detergenza data dalla bollicina. Effetto molto gradevole in piatti di pesce costruiti in modo semplice.

Visita alle Tenute Ugolini

10610563_1478202122468427_7395939037577133342_nUna giornata magnifica! Chi ha detto che in cantina si degustano solo i vini? Un ringraziamento speciale va alla cantina che grazie alla visita della struttura, il vigneto, la mostra di Pop Art ospitata all’interno e alla degustazione di tutti i prodotti accompagnati a salumi e formaggi tipici, hanno saputo rendere una giornata di sole in un’esperienza da ricordare sia per i prodotti d’eccellenza sia per l’ospitalità, un connubbio che oggi difficilmente si trova.

Analisi gustativa: un’insieme di molti parametri.

Nella degustazione arrivare all’analisi gustativa diventa una conquista. Se l’analisi visiva e olfattiva sono state eseguite correttamen10686898_1474361849519121_584379405986296934_nte, con attenzione e con dettaglio, dal gusto ci aspettiamo soprattutto delle conferme e diventa un gioco poter analizzare ciò che ci manca. Ciò che ci manca è il comportamento del liquido/vino in bocca. Sembrerebbe molto difficile ma invece ponendo attenzione alla risposta della nostra lingua, alla salivazione (liquida o limacciosa), al comportamento delle varie papille gustative riusciamo a chiudere il cerchio. Il bilanciamento o meno delle morbidezze (zucchero, alcol, glicerina) e durezze (acidità, tannino, sali) ci permette di completare la valutazione del vino e tirare le somme sul suo stato evolutivo e sulla sua qualità. Riprendere tutta la degustazione, infine, è il modo in cui possiamo giudicare la longevità di un vino ossia se va bevuto nel breve periodo, se non ha più senso berlo o se ce lo possiamo dimenticare in cantina. Tutta questa analisi è un sistema che ci serve, oltre per valutare il vino e conoscerlo, anche per valorizzare il nostro denaro e le nostre scelte negli acquisti.

L’incontro con l’enologo. Paolo Grigolli.

10687158_1474037349551571_1256334483660968030_nMartedì la presenza dell’enologo Paolo Grigolli è stata illuminante per capire una professionalità che il consumatore spesso può solo intuire. Da degustatori analizziamo il prodotto finale per poi ipotizzare cosa sia intervenuto prima nella formazione del vino. Carpirne alcuni segreti ci facilità la comprensione di un prodotto così articolato nella sua formazione. L’enologo è uno dei protagonisti di questo processo e per il successo di un vino si affianca all’influenza del territorio, della materia prima, del produttore… Tutto questo lavoro si traduce sempre negli aspetti visivi, olfattivi e gustativi che analizziamo. Il dott. Grigolli ha proseguito poi in una spiegazione dei diversi legni/botti e del loro utilizzo nella maturazione del vino; un argomento talmente interessante, affascianante e utile da aver reso la lezione molto attiva soprattutto nella degustazione dei campioni da lui portati. Nei tre vini si è potuto osservare come l’utilizzo diverso di legni e botti influenzi notevolmente aspetti visivi, olfattivi e gustativi. Un esempio: all’olfatto i tre vini erano totalmente diversi: uno aveva sentori di spezie delicate come la vaniglia, un altro aveva sentori fumati e più tostati come il caffè, il fumo del legno e l’ultimo aspetti più duri e agressivi come il pepe

Non chiamatelo Marsala!

Non chia10530769_1471766506445322_3848566039504037062_nmatelo solo Marsala. Appena si evoca questo nome alcune sfumature negative vengono subito in mente, prima fra tutte il termine “marsalato” che come dice il dizionario fa riferimento a un vino ossidato, conservato male o troppo a lungo. E invece… ci troviamo difronte ad un vino incredibile. Un vino liquoroso per essere specifici, ossia un vino al quale è stato aggiunto alcol etilico, o mistella, o mosto concentrato o ecc. Questo Marsala Superiore Riserva Targa Riserva 1840 si presenta con un colore giallo ambra scuro e sfumature giallo ambra, trasparente. Al naso esprime aromi intensi, puliti, gradevoli e raffinati che si aprono con note di confettura di fichi, caramello e mandorla seguite da aromi di rancio, confettura di albicocche, vaniglia, miele, marmellata d’arance, dattero, liquirizia e cuoio. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco alcolico e dolce, comunque equilibrato, corpo pieno, sapori intensi, piacevole morbidezza. Il finale è persistente con ricordi di confettura di fichi, dattero e mandorla. Marsala Superiore Riserva Targa Riserva 1840 matura per almeno 6 anni in botte a cui seguono almeno 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Altro che connotazioni negative…