Martedì la presenza dell’enologo Paolo Grigolli è stata illuminante per capire una professionalità che il consumatore spesso può solo intuire. Da degustatori analizziamo il prodotto finale per poi ipotizzare cosa sia intervenuto prima nella formazione del vino. Carpirne alcuni segreti ci facilità la comprensione di un prodotto così articolato nella sua formazione. L’enologo è uno dei protagonisti di questo processo e per il successo di un vino si affianca all’influenza del territorio, della materia prima, del produttore… Tutto questo lavoro si traduce sempre negli aspetti visivi, olfattivi e gustativi che analizziamo. Il dott. Grigolli ha proseguito poi in una spiegazione dei diversi legni/botti e del loro utilizzo nella maturazione del vino; un argomento talmente interessante, affascianante e utile da aver reso la lezione molto attiva soprattutto nella degustazione dei campioni da lui portati. Nei tre vini si è potuto osservare come l’utilizzo diverso di legni e botti influenzi notevolmente aspetti visivi, olfattivi e gustativi. Un esempio: all’olfatto i tre vini erano totalmente diversi: uno aveva sentori di spezie delicate come la vaniglia, un altro aveva sentori fumati e più tostati come il caffè, il fumo del legno e l’ultimo aspetti più duri e agressivi come il pepe