Da qualche tempo si parla di rivoluzione nelle etichette del vino (una normativa europea che deve essere ancora accolta dalle varie nazioni). Quello che succede oggi nel mondo del vino è una cosa forse unica per quel che si può riscontrare nel comparto alimentare. Alcol e una dicitura imprecisata sul “contiene solfiti” sembrano essere le uniche indicazioni di prodotto nel vino, in molti casi si fa fatica anche a trovare le esatte percentuali degli uvaggi. Ma parliamo di questo vino che ci ha piacevolmente stupito, oltre che per le sue caratteristiche organolettiche. La prima cosa che si chiede è cosa significhi il nome 9.99. Questo si tratta del tentativo di indicare con il nome il prezzo finale del vino. A caratteri cubitali in etichetta è presente anche la composizione degli uvaggi: 100% Ruchè. Stupisce ancora il retro-etichetta con la tabella delle informazioni nutrizionali, ma ad affascinarci ulteriormente è il tappo. Il tappo è in vetro, sono rare le bottiglie che abbiamo incontrato con questa tipologia di chiusura. L’azienda, sul suo sito specifica che si tratta di: “un innovativo tappo in vetro brevettato, che garantisce la perfetta conservazione delle caratteristiche del vino, si apre senza cavatappi e si richiude ermeticamente con un semplice gesto”. Il vino si presenta con un bel rosso granato con riflessi aranciati, al naso colpiscono una varietà incredibile di spezie come lo zenzero, la noce moscata, il pepe, il chiodo di garonafo, paprica, qualche spezia orientale piccante e varie tipologie vegetali come il peperone, il pomodoro. Dal gusto molto molte evoluzioni. Dobbiamo dire che l’analisi olfattiva è stata vero oggetto di discussione e di condivisione per le molte sfaccettature che uscivano delicatamente da questo vino.
Il vino degustato è 9.99, Ruchè di Castagnole Monferrato, del 2005 della cantina Sant’Agata. Oggi parliamo di regolarizzare e mettere in chiaro le informazioni è questa cantina con questo vino lo ha già fatto nel 2005. Bravi!