La Cantina Rotari di Mezzacorona nasce in questo luogo, oltre che per posizione strategica, anche per bonificare un terreno precedentemente sede di un’industri chimica. Per conformazione geografica e climatica il Trentino gode di caratteristiche vitivinicole importanti che grazie agli sbalzi termici tra il giorno e la notte, il buon drenaggio dei terreni e scarsa umidità riesce a conferire ai vini profumi molto delicati e intensi che in altre zone non si svilupperebbero. La degustazione per questa cantina nasce proprio in vigna con l’assaggio delle uve, pratica adatta per il cogliere la giusta maturazione per apportare la carica olfattiva voluta nel prodotto finale. La cantina, progettata dall’archietetto Cecchetto, si inserisce magistralmente nel territorio grazie alla sua copertura che ricorda la pergola trentina, all’utilizzo dei materiali naturali quale pietre e legni. Il percorso del visitatore è stato studiato per poter, man mano che avanza, vedere e vivere il processo produttivo del metodo classico in tutte le sue fasi. Ci si sente piccoli quando si passa tra le cisterne da 180.000 litri… Ma passiamo ai vini… Abbiamo avuto la fortuna di assaggiare un 100% chardonnay, che poi diventerà il Rotari Cuvée 28+, durante la prima fase fermentativa, direttamente dalla cisterna in acciaio inox. Il vino aveva una gradazione alcolica ancora bassa pari a 10,5° e una malolattica svolta parzialemente al 30%. Il vino si presentava con ancora dei riflessi verdolini e paglierino scarico, con una leggere presenza di anidride carbonica, ancora debole da poter sviluppare un buon perlage. Al naso i profumi erano solo quelli delicati di fiori bianchi come il biancospino, il mughetto, leggermente vinoso e note delicate agrumate di lime o pompelmo, sentori ancora presenti di solforosa. Al gusto molto delicato, fresco e in unscita una leggera acidità quasi di lime. Questa è stata una vera occasione per poter evidenziare le caratteristiche distintive del processo, ossia si sono colti tutte quelle sensazioni primarie che poi con la seconda fermentazione in bottiglia si andranno a perdere e ad aggiungersi con quelle di lieviti, costre di pane ecc. Un’occasione più unica che rara! Siamo rimasti poi a bocca aperta quando siamo entrati nel deposito delle bottiglie per la fase del remuage: una distesa incredibile di bottiglie. A concludere la visita sono stati proprio i protagonisti della giornata: le bollicine! Ad accompagnare il trentingrana e la Mortandella della Val di Non sono stati infatti il Rotari Cuvée 28+, l’Alperegis ottenuto dall’unico cru della cantina e l’Alperegis Rosè. Una degustazione svolta all’interno di una struttura mozzafiato: eravamo all’interno di una struttura in legno ricoperta di bottiglie a ricordare le putrelle meccanizzate del remuage. Per questa visita è doveroso ringraziare per gentilezza e occasione offerta Davide Semenzato, enologo, e Claudia David della cantina Rotari.