Ecco perchè la degustazione alla cieca non ci vede benissimo!

wineverse_wlog_giorleo_degustazione-alla-cieca_header1-770x360Novantasette centesimi, 5 grappoli, 3 bicchieri 2 forchette e 4 pirofile… Spesso le votazioni danno un indice di qualità o di eccellenza al vino ma che poi tradotto in soldoni cosa significa? E’ abbastanza? Le etichette oggi sono veramente infinite e potersi muove all’interno di questo museo dinamico di quadri risulta assai arduo. Ma una buona valutazione al vino inserita in una guida, come dice la parola stessa, dovrebbe mettere un po’ di ordine. Uno dei sistemi più diffusi per valutare un vino è la degustazione alla cieca. Una commissione esamina dei campioni di vini serviti senza poterne vedere ne l’etichetta ne ulteriori informazioni. Questo per poter valutare il prodotto nel bicchiere senza essere, potenzialmente, influenzati da specifiche conoscenze che il degustatore può avere in merito al produttore, all’annata, ai vitigni, ecc. Sembra che se il degustatore fosse in possesso di alcune informazioni non valuterebbe opportunamente quelle peculiarità, saltandole quindi, nella valutazione del vino. Questa tecnica permetterebbe, sempre potenzialmente, di attribuire giudizi, e quindi anche, a nuovi prodotti che potrebbero avvicinarsi a punteggi elevati attribuiti storicamente. Pratica idonea per concorsi o per valutare vini “a parità di condizioni” ossia, medesima annata, medesimi vitigni, ecc e questa permetterebbe di non essere influenzati da fattori esterni e sentire effettivamente le peculiarità presenti nel bicchiere. Ora non è in oggetto di analisi come si possa, precedentemente alla degustazione, influenzare l’esaminatore o come lo stesso nel tempo possa memorizzare specifici vini (alcuni sono quasi identificabili solo con l’aspetto visivo), ma è importante capire come tutte queste informazioni possano essere utili ad un consumatore. Se iniziamo ad evidenziare quali siano i fattori decisivi nel processo di acquisto ci accorgiamo che la qualità intrinseca del prodotto non è tra i primi must da tenere in considerazione. La qualità è fondamentale per un prodotto ma non tanto quella degli esperti, che spesso sembrano vivere in un mondo onirico tutto loro, bensì quella diffusa, ossia quella riconosciuta a livello di media. Il consumatore si fida molto di più di “uno come lui” che di un professionista anche perché potrebbe prendere la parola come verbo o semplicemente non capire perché in un’altra lingua (linguaggio troppo specifico o tecnico per un consumatore). Se la qualità fosse l’unico fattore di decisione oggi molti prodotti non si troverebbero più e allora la cosa non si spiega in modo così semplice; a parte che bisognerebbe anche capire cosa si intende per qualità perché oggi molti consumatori sono attenti non solo agli ingredienti utilizzati, in campo alimentare, ma anche alla provenienza e alla freschezza. Le guide sui vini, oggi disponibili, sono abbastanza utili a fare un po’ di informazione e a controbilanciare le mensole di casa con gli altri libri. La praticità del processo di acquisto sembra seguire linee guida differenti dalle appena citate. Il prezzo è una leva decisamente importante, le conoscenze sul brand sono molto rilevanti e l’accesso al prodotto è determinante. Chi giudica e chi scrive di vino spesso semplifica e riduce la teoria, oggi un po’ datata, delle 4P un’unica P centrata tutto sul prodotto (le 4P sono: product, place, price, promotion). Il consumatore, sarebbe riduttivo oggi con tutte le evoluzioni di mercato parlare solo delle 4P, mette nel carrello quel prodotto che sintetizza e soddisfa tutte le esigenze del momento. Il vino non lo si sceglie solo perché è buono ma perché ha un adeguato prezzo, perché con quel produttore o brand si ha una garanzia o una “storia” da raccontare, perché effettivamente lo si ha difronte fisicamente o davanti ad un e-commerce o su uno scaffale (quante volte si legge di vini che poi non sono disponibili nelle zone dove abitiamo?) Un prodotto acquistato è prezzo, è presenza fisica, è qualità, è brand (con brand si intende la somma delle conoscenze che una persona ha di quel prodotto), è utilità (con utilità intendiamo la lo scopo che deve raggiungere: piacere, abbinamento, contesto particolare…) ; e la qualità sembra proprio essere uno di quei fattori trascurabili. Trascurabile perché il più delle volte sarà possibile valutata sono dopo l’acquisto. La degustazione alla cieca è un po’ come comperare al buio e un consumatore purtroppo non se ne fa nulla. Produttivi invece sono proprio tutti quegli aspetti visivi e cognitivi a disposizione del consumatore ossia tutti quelli che vengono celati d’obbligo in un “blind taststing”. Cambia molto se quel vino nonostante abbia un punteggio altissimo risulti costosissimo, introvabile, e magari di una qualche cantina pizzicata in attività fraudolenti. Perché in un vino non valutare anche tutti gli sforzi di una cantina nella costruzione della sua reputazione, i vari successi e riconoscimenti ottenuti nel tempo e tutto il lavoro svolto per farsi conoscere presso il consumatore? Le variabili realmente importanti nelle decisioni del consumatore del vino (un articolo specifico verrà pubblicato a breve) sono tutte nascoste durante una degustazione alla cieca e, per provocazione, si potrebbe affermare che queste troverebbero la loro utilità dove lo scenario fosse: nome della tipologia del vino, punteggio, prezzo, in una corsia di bottiglie senza etichette e tutte della stessa forma e colore. Ora c’è da chiedersi cosa sia veramente utile e importante e la strada giusta potrebbe essere non solo la comunicazione ma anche la formazione del consumatore. Si potrebbe aiutarlo anche con un’etichetta adeguata e realmente informativa. Il prodotto vino, se lo connotiamo in un supermercato ossia quel luogo dove avviene maggiormente l’acquisto, è forse l’unico presente con una miriade di brand in corsia (basta contare le varie marche per medesima categoria di prodotto delle diverse referenze totali, pasta latte carte scatolame, per rendersene conto) e con un’etichetta priva di ogni informazione prevista per legge su tutti gli altri prodotti. La degustazione alla cieca oggi resta un simpatico banco di prova per gli esperti. Il consumatore, che inizia ad acquistare attivamente e in modo indipendente, deve essere fornito degli strumenti giusti per potersi muovere. Siamo agli inizi di una nuova!