Si avvicina novembre, forse il mese più cupo di tutto l’anno, l’inverno e il freddo si avvicinano sempre più ma di sicuro non mancano le occasioni per festeggiare… e bere del buon vino.
E allora se i bambini prendono in prestito la festa americana di Halloween per mascherarsi e chiedere « dolcetto o scherzetto ? », gli adulti potrebbero consolarsi con un buon vino Inferno…tanto per stare in tema!
Proprio così, in Italia, e più precisamente in Valtellina, nella zona tra Poggiridenti e Tresivio, si produce questo vino Docg dal nome accattivamente e minaccioso allo stesso tempo : Inferno appunto. Il vino si definisce Valtellina Superiore Docg e a seconda della zona dove viene prodotto si chiama Sassella, Inferno, Grumello, Valgella e Maroggia.
I vitigni vengono coltivati in anfratti rocciosi e particolarmente difficili da raggiungere, le « terragne », ovvero piccoli appezzamenti di terreno allineati e sovrapposti a gradoni, dove in estate si rilevano temperature fino a 40° infernali…
I vigneti occupano una superficie di 55 ettari e principalemnte di Nebbiolo, localmente presente in una sottovarietà chiamata Chiavennasca, di cui il vino deve essere composto per almeno il 90%, deve essere sottoposto a 24 mesi di invecchiamento, di cui 12 in botti di legno. Questa zona (900 ettari) si colloca, insieme al Barolo (1600 ettari) e al Barbaresco (690 ettari), fra le zone coltivate con il nebbiolo più estese al mondo.
Ma nonostante la difficoltà della raccolta delle uve e del trasporto delle stesse, quasi totalmente manuale, da tempo si produce questo vino di alta qualità della Valtellina, per la difficoltà delle coltivazioni e delle operazioni di vendemmia e trasposto delle uve si può vantare delle definizione di « coltivazione eroica », una delle poce in Italia iniseme ad alcune zone della Liguria.
L’inferno si presenta con un aspetto cromatico estremamente scarico (tipico del nebbiolo) e colorazioni che vanno dal rosso rubino al rosso granato. Al gusto si presenta in gioventù con tannini sottili, caratterizzato da una piacevole freschezza, un corpo elegante, fine e sostenuto da buona sapidità ed invitante beva. Dopo un invecchiamento, più o meno lungo, riesce a regalare aromi terziari molto complessi,variabili ed interessanti.
E allora, calici alla mano, brindiamo all’arrivo della stagione fredda con un ottimo bicchiere di Inferno, un nome, un programma!!!
M.R.