Poco meno di un anno fa, durante il corso di degustazione vini, per la prima volta sentivo nominare il Sassicaia, un vino italiano di una specifica cantina toscana, Tenuta San Guido, che ha una DOC appositamente riservata (DOC Bolgheri Sassicaia), ovvero tale denominazione può essere usata solo da questa cantina e solo per il suo vino corrispondente, la prima e unica denominazione ad essere ritagliata sulla proprietà di produzione di una specifica cantina.
Da quel momento, per noi corsisti, il Sassicaia è divantato leggenda, un pò come la storia della sua creazione dovuta al marchese Mario Incisa della Rocchetta che, negli anni ’20, sognava di realizzare un vino degno dei migliori Bordeaux, al tempo erano sinonimo di vini eleganti e « di razza ».
Dopo anni di tentativi ci riuscì, tanto che nel 1985 fu definito il migliore vino al mondo, ponendosi al top di svariate classifiche nel mondo, nonostante gli inizi non furono proprio floridi ossia i primi risultati rimasero in cantina perchè creduti non azzeccati e solo con l’invecchiamento si capì la potenzialità di questo vino.
Ma come per ogni favola che si rispetti, bisogna cominciare dall’inizio, infatti fu negli anni ’60 che il marchese, assieme al famoso enologo Giacomo Tachis, decisero di internazionalizzare i vini toscani, utilizzando uve di origine francese, affiancando al Sangiovese anche il Merlot, il Sauvignon et il Cabernet e facendoli maturare nelle barriques. Il risultato fu che quei vini, visto il successo e il prestigio che acquisirono non potevano solo essere definiti vini da tavola perchè non rientravano in nessun disciplinare, divennero ben presto i rinomati « Supertuscans » e naturalmente in molti iniziarono a produrli. In questo piccolo angolo di mondo che è la Toscana, tanti sono i vini che rientrano in questa categoria e che hanno raggiunto negli anni l’eccellenza, addirittura prima del già citato Sassicaia, quindi non possiamo non nominare il Tignanello, nato sempre dal genio di Tachis e del marchese Antinori, il Vigorello di San Felice, l’Ornellaia e il Solaia.
Ed ecco la mia missione…andare a Bolgheri ed assaggiare un Sassicaia d’annata, oltre a tutti gli altri ottimi vini prodotti nella zona e dintorni, che sacrificio eh?!
Dunque quale miglior occasione delll’imminente weekend lungo dell’8 dicembre ? Meglio approfittarne.
Mi sono messa subito all’opera per programmare al meglio il moi weekend enogastronomico,e in questi casi la miglior cosa sarebbe affidarsi sempre a chi ne sa di più o a chi c’è già stato e può dare consigli azzeccati. Lo spunto me lo ha dato la lezione del corso di Tecnica della Degustazione dedicata ai new media del vino, ovvero tutti quei siti, le app per smartphone e i blog dedicati agli amanti del vino ma creati da persone « normali », cioè non da esperti del settore, ma da consumatori e degustatori « come me ». Una lezione dedicata a come usufruire di tutti gli strumenti tecnologici che disponiamo oggi per trarne vantaggio come consumatori.
In questo caso i gruppi a cui mi sono iscritta su facebook sono stati la miglior scelta ; mi è bastato scrivere un post in cui chiedevo suggerimenti per dove andare a mangiare la tipica cucina toscana a buon prezzo o dove poter degustare questi super vini, e in un attimo si è scatenato l’inferno, come si suol dire.
Alcuni degli appartenenti ai gruppi di cui ero appena entrata a far parte si sono scatenati, sciorinando consigli di ogni tipo, a quanto pare, a detta di molti, non posso non fermarmi all’Osteria Tognoni, piccola e antica osteria all’entrata del borgo di Bolgheri, dove regna la cucina tipica e soprattutta ti danno la possibilità di degustare « mezzi » bicchieri dei migliori vini della zona, ovvero metà dose, dato il costo di tali vini. Non solo, leggendo il mio post, un ex compagno del corso di degustazione (come è piccolo il mondo con i social!), tramite le sue conoscenze, si è offerto di prenotarmi un posto per la visita alla cantina Petra, realizzata dall’architetto Botta nella Maremma toscana, cosa altrimenti difficile a farsi dato i tempi stretti e il pienone che ci sarà in questi giorni.
Naturalmente non sono mancate le sfilze di nomi di ristoranti, osterie e taverne da provare nei dintorni, più o meno vicini a dove soggiornerò, così come le cantine da non perdere, tra cui Cà Marcanda di Angelo Gaia, la nota Biondi Santi, inventore del Brunello, Tenuta Argentiera e Cinelli Colombini, azienda creata da una donna e tutta al femminile, o ancora Castello di Ama, che ospita anche mostre d’arte, per non parlare delle cantine Antinori.
Insomma, nel giro di 45 minuti le mie personali guide telematiche mi hanno dato l’opportunità di strutturare al meglio un viaggetto nelle terre toscane, senza perdere tempo a fare controlli incrociati per capire cosa è meglio evitare e cosa invece non si deve assolutamente perdere…evviva il social power !
Beh, a questo punto non mi resta che aspettare il momento di partire e, una volta là, godermi il meglio della Toscana grazie ai consigli dei consumatori DOP.
Chiaramente, e putroppo, non potrò fare tutto, ho dovuto scegliere…ma cosa ho deciso di visitare lo saprete solo al mio ritorno, quindi…stay tuned e lo scoprirete presto !!!
M. R.