Non è un weekend fuori porta senza una gita in qualche nuova cantina…ecco il mio nuovo motto !
Se a questo aggiungiamo che l’occasione fa l’uomo ladro, perché non approfittare dell’ennesimo fine settimana per unire alla visita già programmata di una mostra a Milano, « un’escursione » ad una cantina che, casualmente si trova sulla strada del ritorno ?
Per tornare a Verona, infatti, si passa dalla Franciacorta e, oltretutto, molte cantine sono aperte anche di domenica, una situazione non così usuale dalle nostre parti.
Oltretutto, tra quelle aperte, ce n’era proprio una della quale, qualche mese fa, avevo assaggiato un vino che mi aveva colpito particolarmente, l’azienda vinicola Bersi Serlini.
Non avendo riservato nulla, ci siamo presentati direttamente in cantina, situata tra le splendide colline moreniche a Provaglio d’Iseo, provincia di Brescia, all’interno della Riserva naturale delle torbiere che dona, oltre ad una splendida vista sulla natura circostante, anche la certezza che tale panorama resterà immutato nel tempo, in quanto, proprio perché si tratta di un parco protetto, nulla potrà mai esservi costruito. Tutto ciò a favore della cantina ma soprattutto delle viti, che potranno sempre godere del vento proveniente dal lago d’Iseo, poco più a nord, e del perfetto microclima creato da quest’ultimo e dalle montagne circostanti.
La cantina si presenta fin da subito come un perfetto puzzle di antichità e modernità, un connubio evidenziato anche dall’utilizzo dei materiali ; un matrimonio perfetto tra la ruvidità del legno « grezzo », che sembra essere non trattato, e la leggerezza e la trasparenza del vetro, che dona lucentezza, il tutto va a costituire il prolungamneto della pre-esistente struttura in sassi di campo che risale ai tempi del Medio Evo e che venne costruita dai monaci di Cluny.
A proposito di matrimoni, infatti, la location viene utilizzata anche per eventi di vario genere, sia nel periodo invernale, grazie ad una tenso struttura che rende praticabile il plateatico estivo, sia in estate, quando si può godere del giardino e della vista sulle vigne nel retro della cantina.
Ognuna delle sale interne è diversa dalle altre e ha una sua particolarità, arredata per rendere omaggio alla storia del design italiano e internazionale, mentre le stanze al piano superiore nella parte più antica della cantina sono state riabilitate a foresteria.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le occasioni.
Ma tornando a noi, nonostante la nostra improvvisata, siamo stati accolti con estrema gentilezza da Peter, sommelier e responsabile dell’accoglienza clienti, che nell’avvisarci che la prossima visita sarebbe stata nel primo pomeriggio, ci ha comunque fatto assaggiare un primo bicchiere di vino e ci ha dato un accenno generale di tutti i loro prodotti.
Potendo scegliere, ovviamente ho mirato subito ad uno dei prodotti di punti, il Cuvée n.4 millesimato, l’emblema storico della cantina Bersi Serlini, in quanto vi domina al suo interno l’assemblaggio di Chardonnay proveniente dai quattro vigneti più vecchi che rappresentano, appunto, la storicità della cantina.
La vendemmia per questo vino viene effettuata a metà agosto, permettendo così di mantenere l’acidità delle uve che conferiranno poi al prodotto finale vivacità e freschezza, oltre alla possibilità di aggiungere meno solfiti, il timbro di marca dei vini della cantina.
Il Cuvée n.4 riposa 48 mesi sui lieviti, in affinamento nei caveau interrati a temperatura controllata di 12 gradi e, come per tutti i vini, la vendemmia come il remuage, vengono effettuati manualmente.
Il secondo assaggio è stato il rosé, 70% Chardonnay e 30% Pinot nero, le cui uve vengono vendemmiate in tempi diversi e l’assemblaggio avviene solo poco prima della messa in bottiglia per la presa di spuma. Le bottiglie vengono messe in commercio dopo almeno sei mesi dalla sboccatura e nonostante sia il prodotto tra i più recenti messo in commercio dalla cantina, ha già ottenuto diversi premi e molti consensi.
Dopo questo apprezzatissimo aperitivo, siamo andati a pranzo in un posticino molto carino situato in un casello ferroviario dismesso, che offre panini gourmet e taglieri di prodotti tipici, per poi ritornare in cantina alle 14.30 per la visita completa, la quale è stata condotta per tutta la sua durata con estrema simpatia e battute spiritose. E’ stato facile instaurare un rapporto informale col nostro accompagnatore Peter che ci ha spiegato in maniera dettagliata la storia dell’azienda, nata nel 1886 grazie alla passione di Arturo Bersi Serlini e che rientra tra le più antiche della Franciacorta.
Ora la cantina ha una guida tutta al femminile con le figlie del fondatore, Maddalena e Chiara, che si occupano di portare avanti l’eredità del padre. Anche le etichette sono un’ulteriore e ben equilibrato mix che riporta lo stile liberty dell’antico emblema della famiglia in chiave più moderna, con colori brillanti e spiccata eleganza. La loro prima bottiglia di brut è stata messa in commercio nel 1970, un vino che producono tutt’ora col nome di Anteprima.
La visita iniziata all’esterno per godere della magnifica visuale, si è poi spostata all’interno, prima nella moderna cantina di vinificazione e poi in quella di maturazione del vino, dove le molte pupitres sono collocate in una grande sala che rende il contesto ancora più suggestivo.
Durante il tragitto e le spiegazioni, l’aver risposto correttamente ad una domanda da parte del nostro cicerone sul processo di raccolta delle uve, ha fatto sì che conquistassi definitivamente le sue simpatie, il tutto a mio vantaggio durante la degustazione che si è tenuta a conclusione della visita, come da protocollo.
La cantina normalmente prevede, oltre alla visita, uno, due o tre assaggi di vino a scelta del cliente e ad ogni opzione corrisponde un prezzo non eccessivo (12, 14 o 16 euro), ma come precedentemente accennato, le conoscenze acquisite durante i corsi di degustazione con Tasting lover, mi sono valse una degustazione gratuita, per me e per i tre fortunati che erano nel gruppo.
Abbiamo dunque assaggiato l’Anteprima le cui uve, Chardonnay e Pinot bianco, vengono raccolte prima delle altre affinché possano mantenere la loro spontaneità, infatti il vino si presenta fresco al gusto ma con un finale morbido. Siamo poi passati al Satèn, 100% Chardonnay, le cui uve vengono selezionate manualmente e la vinificazione, come per altri vini della cantina, avviene in maniera naturale per rispettare il terroir.
A questo punto non potevo non degustare anche l’Extra Brut, che più si avvicina al Franciacorta naturale, tanto che addirittura non vengono fatte correzioni dopo la sboccatura, ovvero l’operazione attraverso la quale si eliminano i sedimenti depositati nel collo della bottiglia grazie al rémuage, la leggera rotazione che serve proprio per spingere la feccia nel parte superiore della bottiglia ; tecniche tipicamente utilizzate nel metodo classico.
Le uve provengono da antichi vigneti a guyot, tecnica francese che prevede una pianta di dimensioni ridotte, una produzione non abbondante ma un’ottima qualità del frutto.
Il vino riposa ben quattro anni sui lieviti ma nonostante questo, al gusto si presenta fresco ed equilibrato.
Sia il Satèn che il Cuvée n.4 e l’Extra Brut, sono vini che si adattano a tutto il pasto ; come sottolineato da Peter, bollicina non significa necessariamente solo aperitivo, al contrario, possono dare soddisfazione anche se accompagnati a dei piatti più strutturati.
Sebbene avessi già degustato più vini di quelli previsti, un pò la passione sfrenata per l’argomento da entrambe le parti e complice il fatto che fosse domenica, il pomeriggio ha preso una nota decisamente informale e quale miglior conclusione se non quella di terminare con il loro Demi-sec « Nuvola » (anche perché poi non ne erano rimasti altri !).
Un nome teatrale, che prende spunto da un passo della celebre opera di Pirandello « Uno, nessuno e centomila », nuvole e vento, una vaporosità sostanziosa, una dolcezza accattivante, un’eterea effervescenza, insomma un vino curioso che sorprende piacevolmente.
E così, dopo qualche immancabile acquisto e i dovuti ringraziamenti al nostro accompagnatore, si è conclusa una perfetta, per quanto inaspettata, domenica, con l’augurio di riuscire a tornare il 19/20 settembre per l’evento « Franciacorta in cantina ».
Che dire…non male per un weekend improvvisato !!!
M.R.